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grotte@apuane2007.it
|
COMPLESSO
CARSICO DELLA CARCARAIA
(Monte
Tambura – Alpi Apuane)
Sopra,
sotto e sottosopra
(foto Guidotti)
A cura
del
Gruppo
Speleologico Fiorentino CAI
Unione
Speleologica Pratese
Gruppo
Grotte Brescia
Gruppo
Speleologico Paletnologico G. Chierici Reggio Emilia
La Carcaraia,
un bianco fazzoletto di calcare racchiuso tra Pisanino e Tambura e tra
Roccandagia e Cavallo, è stata e lo è
tutt’ora meta ricca di fascino per gli
speleologici.
Nasconde dentro di
se l’Abisso “ Paolo Roversi”, la grotta
più profonda d’Italia con i suoi 1.350mt
di dislivello, circondato da un complesso carsico profondo ed esteso a
cui si
accede da pochi ingressi.
Ben quattro di
questi (A. Saragato, A. Mani Pulite, A.
Perestrojka, A. Roversi) oltrepassano i – 1000mt di
profondità, il chè
rappresenta un’altra caratteristica pressoché
unica in Italia, a maggior
ragione considerando la modesta estensione del bacino della Carcaraia.
Inizialmente
visitata negli anni ’60 alla ricerca del bacino
di assorbimento della sorgente del Frigido che si trova sul versante
opposto
della montagna, a tutt’oggi ha rivelato solo in parte i suoi
segreti.
Le numerose
colorazioni effettuate con traccianti hanno recentemente
svelato un’altra particolarità di questa valle:
non solo le acque vengono convogliate
verso la sorgente del Frigido, ma anche, ed anzi per la maggior parte
verso le
bellissime sorgenti di Equi Terme. E chissà quante sono
ancora le molte verità sono da portare alla luce!
Vi attende un
avvincente viaggio nel cuore delle Alpi Apuane
tra le meraviglie naturali di questa ampia conca lunare. Con i sacchi
in
spalla, attraverso grandi scenari calcarei, di fuori e di dentro,
scoprirete il
paesaggio scolpito dal tempo e dall’uomo. Ma sarà
anche un cammino di
conoscenza delle grandi esplorazioni, delle grandi scoperte, delle
grandi
teorie e convinzioni e soprattutto dei grandi misteri.
Scarica la cartina della
Carcaraia in formato zip (0,8 MB)
Le
grotte
N.Cat. |
PR |
Nome |
Quota |
Dislivello |
Sviluppo spaziale |
Coord.Chilometriche Gauss-Boaga |
Comune |
Negativo |
Positivo |
Totale |
EST |
NORD |
350 |
LU |
ABISSO PIERO SARAGATO |
1465 |
1125 |
0 |
1125 |
35000 |
1598.420 |
4885.585 |
MINUCCIANO |
357 |
LU |
BUCA SOPRA LA CAVA BASSA DI CARCARAIA |
1350 |
70 |
0 |
70 |
140 |
1598.640 |
4885.625 |
MINUCCIANO |
704 |
LU |
ABISSO MESCALEROS |
1700 |
200 |
2 |
200 |
250 |
1598.015 |
4558.110 |
MINUCCIANO |
705 |
LU |
ABISSO PAOLO ROVERSI |
1710 |
1250 |
100 |
1350 |
4200 |
1597.130 |
4885.060 |
MINUCCIANO |
708 |
LU |
BUCA DELLA MAMMA GRACCHIA |
1730 |
485 |
0 |
485 |
1100 |
1598.930 |
4884.860 |
MINUCCIANO |
741 |
LU |
ABISSO ARBADRIX |
1335 |
360 |
5 |
365 |
2700 |
1598.395 |
4885.855 |
MINUCCIANO |
890 |
LU |
BUCA DI BELFAGOR |
1280 |
120 |
0 |
120 |
500 |
1598.590 |
4885.795 |
MINUCCIANO |
1027 |
LU |
BUCA DELL'ARIA GHIACCIA * |
1100 |
760 |
365 |
1125 |
35000 |
1598.860 |
4886.732 |
MINUCCIANO |
1049 |
LU |
ABISSO PERESTROIKA |
1530 |
1160 |
0 |
1160 |
2000 |
1597.523 |
4886.172 |
MINUCCIANO |
1068 |
LU |
BUCA CINO |
1182 |
100 |
0 |
100 |
340 |
1598.600 |
4886.420 |
MINUCCIANO |
1159 |
LU |
ABISSO MANI PULITE |
1435 |
1060 |
0 |
1060 |
4500 |
1597.785 |
4886.182 |
MINUCCIANO |
1501 |
LU |
BUCA FAFIFURNI ** |
1340 |
365 |
0 |
365 |
2700 |
1598.398 |
4885.827 |
MINUCCIANO |
1573 |
LU |
ABISSO CANN'ABISS |
1213 |
350 |
0 |
350 |
495 |
1598.658 |
4885.827 |
MINUCCIANO |
1590 |
LU |
ABISSO CAPOVARO |
1308 |
300 |
0 |
300 |
500 |
1598.023 |
4886.285 |
MINUCCIANO |
1628 |
LU |
ABISSO GIGI SQUISIO * |
1222 |
882 |
243 |
1125 |
35000 |
1598.430 |
4886.066 |
MINUCCIANO |
|
|
* = collegate
con la n. 350 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
* * = collegata
con la n. 741 |
|
|
|
|
|
|
|
Abisso
Mani Pulite |
Numero
catastale |
1159
LU |
Quota
ingresso |
1435 |
Dislivello
m negativo |
1060 |
Dislivello
m positivo |
0 |
Dislivello
totale |
1060 |
Sviluppo
spaziale |
4500 |
Il percorso attrezzato
|
Dislivello
massimo |
250
|
Difficoltà |
media
|
Numero
massimo di partecipanti |
10 (min 4)
|
Numero
gruppi giornaliero |
1
|
Tempo
percorrenza |
6 ore
|
Tempo per arrivare a
piedi alla grotta |
1.15/1.30
ore
|
Fruizione |
libera |
Giorni
in cui si può andare in grotta |
tutti |
Successione
pozzi |
scivolo 40 - 2 saltini
arrampicata - scivolo 20 - 5 - 45 - 12 - 15 - 2 - 15 - 28 - 18
- 10 - 2 - scivolo 5
|
Avvicinamento:
Si parte a piedi dalla galleria e si percorre
la strada marmifera . Si ignora il primo bivio sulla destra e si
prosegue
salendo, al secondo bivio, con evidente forma a Y si tiene il ramo di
destra e
si continua sempre dritto per la strada di cava fino a quota 1455mt
dove la
strada fa un tornante a sinistra; qui si abbandona la strada marmifera
e si
scolletta sulla destra. Da qui mantenendosi in quota si punta al colle
di
fronte a noi dove si trovano le tracce del sentiero CAI n° 178
che ci porterà
all’ingresso dell’Abisso Mani Pulite situato alla
base di una paretina calcarea
a quota mt 1465
s.l.m.
Descrizione
grotta: La cavità inizia con una breve condotta
che conduce alla partenza di uno scivolo di una quarantina di metri. In
questo
tratto iniziale dobbiamo prestare molta attenzione ai sassi e dobbiamo
scendere
uno alla volta; è buona norma dare il libera dopo aver
attraversato il
cumulo di pietre alla base dello scivolo
quando si è fuori dalla traiettoria di caduta dei sassi.
Seguendo
l’evidente corrente d’aria, si continua per una
condotta sfociante in una prima saletta, tenendo la sinistra si sbuca
in una
seconda più ampia sala e qui si gira a destra per immetterci
in una buca da
lettere di notevole pendenza. Nella successiva saletta, per evitare di
smuovere
la frana su cui passiamo, si deve nuovamente prestare attenzione a dove
mettiamo piedi e mani. Ci caliamo verso lo scivolo successivo andando a
sinistra e, seguendo la corda, arriviamo alla partenza del pozzo da 45
frazionato più volte, la prima vera verticale della grotta. |
|
Alla base del pozzo
(siamo a circa 130mt di profondità dall’ingresso)
il rumore dell’acqua ci fa da
guida verso il successivo pozzetto di 12 metri (pozzetto del tronchetto
della
felicità). Ignorando sulla destra il ramo del fondo del
’93 (GSL), si prosegue
in un altro più ampio pozzo con la corda che finisce in una
finestra laterale (
da questo punto partono le esplorazioni dei Fiorentini). Sceso questo
pozzo per
circa 15 mt si deve superare ancora un saltino prima di entrare in una
condotta
freatica di dimensioni umane (quando uno è disteso!); un
nuovo salto con la
corda (P12) ci porta ad ammirare il lavoro della commissione GLD: dove
in fase
esplorativa strisciavamo come geotritoni, attualmente passiamo
comodamente col
sacco in spalla!
|
La verticale successiva è il
Pozzo del Pipistrello (così
chiamato per ovvi motivi), pozzo di una trentina di metri che ci porta
a quota
-200 in un ampia sala. A seguire, un pozzo da 12 ci porta in un breve
meandro
che termina in un saltino da cinque. Adesso scendiamo su dei blocconi
che fanno
da pavimento ad una sala di crollo di evidente forma rettangolare; una
corda di
circa 10 mt ci porta all’attacco di uno scivolo alla cui base
termina la parte
di grotta armata. Qui siamo alla partenza del 75 a Gradoni, a quota
– 260 mt
circa e c’è la possibilità di attingere
acqua per la carburo, rifocillarsi
e preparasi a invertire il moto.
La grotta ovviamente
continua… e come se continua!!! Ma
questa è un’altra storia.
|
Per favore non lasciate
immondizia e risalendo controllate
bene corde e attacchi per chi verrà dopo di voi.
Buon divertimento a tutti.
|
|
Abisso
Arbadrix |
Numero
catastale |
741
LU |
Quota
ingresso |
1335 |
Dislivello
m negativo |
360 |
Dislivello
m positivo |
5 |
Dislivello
totale |
365 |
Sviluppo
spaziale |
2700 |
Il percorso attrezzato
|
Dislivello
massimo |
-180
|
Difficoltà |
medio/alta
|
Numero
massimo di partecipanti |
12
|
Numero
gruppi giornaliero |
1 |
Tempo
percorrenza |
6 ore |
Tempo per arrivare a
piedi alla grotta |
1 ora |
Fruizione |
accompagnata |
Giorni
in cui si può andare in grotta |
1/11 |
Successione
pozzi |
-
I^ Traversata su pozzo chiuso al fondo
- II^ Traversata su pozzo chiuso al fondo
pozzi
m.6 - m. 11 - m. 4 – m. 13 – m. 10 – m.
30 – m. 22 si
arriva alla “Sala da the |
L’Arbadrix si apre a
quota 1.340 m slm, sulla parte piana
del “secondo gradino della Carcaraia”.
L’ingresso è uno sprofondamento
allungato di una decina di metri di lunghezza per 3-4 di
profondità, al fondo
del quale si apre un cunicolo in discesa fra detriti e parete che si
allarga in
una saletta. Qui un camino conduce molto vicino all’esterno.
Proseguendo nella
direzione del cunicolo, un passaggio basso, consente di accedere ad uno
sfondamento di qualche metro, da superare in quota su cengia. Un tratto
di
galleria conduce al pozzo Susi (m 12) dall’imboccatura a
schiena d’asino, da
traversare a sinistra. |
|
|
Proseguendo, una frattura,
stretta ed inclinata, conduce
al P6, alla base la via si disperde in una miriade di buchetti in
comunicazione
con il pozzo Sonia (m 11). Una breve risalita conduce al meandro
Gianna, a
pressione e un po’ stretto che si sfonda in un saltino con
cengia. Segue una
strettoia che immette nel Pozzo Sonia. Qui la grotta aumenta
notevolmente le
sue dimensioni (la base del pozzo è 4 x 12 metri). Un
passaggio basso in
leggera discesa, porta ad un saltino
verticale ed ad un bivio, a sinistra il pozzo Mariella di 13 metri,
base
detritica e nuovo pozzetto di 10 metri “Pozzo
Giovanna”. |
La comunicazione con
il “pozzo Enrica” è un cunicolo a
qualche metri in risalita verso nord-owest.
Il pozzo Enrica da accesso ad un salone veramente grande e la discesa,
interamente nel vuoto, è spettacolare. Due diversi passaggi
immettono nel pozzo
Maurizia di 22 metri alla base la “sala da the” che
si trova a circa 180 m. di
profondità, qui termina l’escursione organizzata
per Apuane 2007. |
|
|
L’abisso scoperto nel
maggio del 1983, e, a più riprese
esplorato dal Gruppo Speleologico “Gaetano Chirici”
di Reggio Emilia, ha uno
sviluppo complessivo poco inferiore ai 3 km, con 3 fondi principali, il
più
profondo raggiunge i – 361 metri. Grotta dal carattere
generoso, ogni qualvolta
la si rivisita con occhi esplorativi si aprono nuove diramazioni, per
questo il
rilievo che si espone non è completo delle ultime
esplorazioni. Circondata da
Abissi di notevole importanza, “Saragato”,
“Aria Ghiaccia”, “Gigi Squisio”
e
“Belfagor”, solo i “Faffifurni”
riescono ad unirsi all’Arbadrix in
corrispondenza della “Sala Tamagogi”. |
|
|
Programma:
Punto di ritrovo a Castelnovo
Garfagnana da assegnare a cura
dell’Organizazzione Apuane 2007 ore 8.30
Ritrovo al
campo sportivo di Gorfigliano ore 9.30 (LU) (campo da calcio)
Coordinamento
dei mezzi per salire all’’ingresso grotta.
Vista la
durata dell’escursione prevedere cibo e liquidi per la grotta
Uscita di
grotta a metà pomeriggio.
Ritorno a
Gorfigliano.
Rientro
al Raduno
|
|
|
|
|
Abisso
Gigi-Squisio
|
Numero catastale
|
1628
LU
|
Quota ingresso
|
1222
|
Dislivello m negativo
|
400
(882*)
|
Dislivello m positivo
|
243*
|
Dislivello totale
|
400
(1125*)
|
Sviluppo spaziale
|
4280
(35000*)
|
(*)
riferito a Saragato-Aria ghiaccia-Gigi\Squisio |
Il percorso
attrezzato
|
Dislivello massimo
|
250
|
Difficoltà
|
media
|
Numero massimo di partecipanti
|
5
|
Numero gruppi giornaliero
|
1
|
Tempo percorrenza
|
6
ore
|
Tempo per arrivare a
piedi alla grotta
|
1
ore
|
Fruizione
|
libera
|
Giorni in cui si può
andare in grotta
|
tutti
|
Successione pozzi
|
in
discesa 2-15-6-16-20-5-30 in salita 18-25-60-5-3
|
Come vi si arriva: dopo il
secondo bivio che si trova oltre la diramazione per la cava bassa di Carcaraia,
subito dopo la salita, appena superato il punto dove il rio Ventagio traversa
la strada, si risale il fianco sulla sinistra attraversando evidenti campi
solcati, e lo si riscende fino ad arrivare in una dolina. L’ingresso (molto
evidente grazie ad un terra-tetto
antineve autocostruito ) si presenta come una buca di circa un metro di
diametro, che introduce direttamente nel passaggio in frana che dopo pochi
metri sbuca in una condotta che seguiremo verso sinistra (guardando il buco da
cui si proviene, SEGUIRE LE FRECCE GIALLE!).
Un saltino di due metri ci
porta in un passaggio basso, andiamo verso destra e arriviamo al primo pozzo
(20 metri [un rinvio e un frazionamento]).
|
|
Alla base di questo si prende
a scendere tenendoci bassi sulla destra fino a un passaggio
tondo che attraversa un
diaframma di roccia, dopo, il secondo pozzetto di pochi metri seguito da uno
scivolo, porta direttamente all’apertura del terzo pozzo (10 metri e attacco
molto spostato). Immediatamente dopo, un altro pozzo di una quindicina di metri
(anch’esso con un attacco molto spostato e rinvio a parete) sceso il quale un
breve saltino successivo ci porta, dopo una facile discesa in libera,
all’inizio dell’anello che percorreremo, bivio dal quale arriveremo dal basso
tornando indietro.
In alto sulla destra (freccia-gialla)
si
entra in una forra, che poi diventa un piccolo meandro stretto (
“troppa pulenda de sopra”) che si percorre
smadonnando per una ventina di metri, fino ad una strettoia, dopo
la quale, (freccia-gialla)
tenendosi in basso verso sinistra, arriviamo in una saletta con sabbia.
|
Il
passaggio da prendere è in basso a destra (freccia-gialla). Un breve
strisciare nella sabbia e si sbuca in un meandro più grande (freccia-gialla e
fettucce colorate) che si percorre in discesa scendendo due brevi
salti armati con corde fino ad un pozzetto. NON VA SCESO!, risaliamo invece (freccia-gialla)
sul lato destro del meandro infilandoci nel Valeramo, una condotta freatica che
dopo una serie di curve sbuca in una
alta forra verticale. Dopo pochi metri troviamo un’apertura sulla sinistra (freccia-gialla e
fettuccia colorata),
ci infiliamo la dentro e fatti alcuni metri ci
affacciamo su di un pozzo. Lo si scende (OCCHIO AI SASSI INCASTRATI IN
PARETE!)
per un totale di 35 metri circa (20+12), alla cui base si prosegue
verso il
basso scendendo un’altra bella verticale di circa 90 metri
(P.”L’altra metà del cielo”- i primi 50 metri
completamente nel vuoto e due frazionamenti su terrazzi comodi),
quindi,
scesi questi due ultimi brevi salti veniamo a trovarci al punto finale
della
discesa di questo anello (la corda nel salto finale non arriva alla
base del
pozzo ma si attacca direttamente all’armo della finestra del
primo pozzo in
salita della via di ritorno. Pertanto o vi tirate verso l’armo
per allongiarvi
o fate un’inversione di attrezzi).
Una volta entrati in questa
apertura (freccia-gialla),
che risale in condotta fino a una corda (freccia-gialla e fettucce colorate)
che utilizzeremo per salire e percorrere la parte alta di un meandro
(attenzione agli sfondamenti).
|
Si prosegue, dunque, in
salita fino ad arrivare in una condottina trasversale. Se dopo pochi metri vi
trovate davanti ad una strettoia con una corda in salita, avete sbagliato
strada! La prosecuzione è dall’altra parte (freccia-gialla), la condotta
infatti si affaccia direttamente sul P. del Tuono che si risale fino ad
arrivare nella parte alta della frattura della verticale. Superiamo tutta
quella zona seguendo le corde dei traversi (frecce) fino alla base di un
pozzo di 15 metri che prosegue in alto, dopo un terrazzo.L’ultimo tiro nel
vuoto, e 30 metri dopo arriviamo nella condotta
“troppa pulenda de sotto”, (freccia) parte
sottostante di quella impestata che abbiamo percorso all’inizio
dell’ anello (siamo all’ armo finale del pozzo che
abbiamo appena salito e quel buco tondo che vediamo in alto è lo
stesso che
abbiamo visto mentre bestemmiavamo con il sacco incastrato dentro la
marmitta
alla fine del “troppa pulenda de
sopra”...ricordate?).
|
|
Questo tratto di meandro (decisamente più agevole di quello del piano
di sopra ) porta direttamente nella saletta del bivio descritto all’inizio.
La
via per uscire da questa meravigliosa cavità Apuana ormai la conoscete e
quindi...Arrivederci dall’USP.
NB:
- I primi tre pozzi e
l’ultimo in caso di pioggia, anche se non pericolosi, sono MOLTO bagnati.
- Ignorate tutte le
corde e diramazioni che non sono espressamente indicate in questa
descrizione, seguite solo le frecce, molte zone sono in via di
esplorazione e si allontanano MOLTO dall’asse principale della grotta e
spesso in zone estremamente complesse e labirintiche.
- La parte finale
dell’anello (P.”l’altra metà del cielo) è poco frequentata e pertanto si
possono trovare zone con sassi smossi e pericolosi, Quindi FARE MOLTA
ATTENZIONE alla discesa dei pozzi.
|
|
|
Buca
dell'Aria Ghiaccia |
Numero
catastale |
1027
LU (ingr. 350 LU) |
Quota
ingresso |
1100 |
Dislivello
m negativo |
610 (760*) |
Dislivello
m positivo |
210 (365*) |
Dislivello
totale |
820 (1125*) |
Sviluppo
spaziale |
>11000 (35000*) |
(*)
riferito a Saragato-Aria ghiaccia-Gigi\Squisio |
Il percorso attrezzato
|
Dislivello
massimo |
270
|
Difficoltà |
Media
|
Numero
massimo di partecipanti |
8/10 |
Numero
gruppi giornaliero |
1 |
Tempo
percorrenza |
5
ore |
Tempo per arrivare a
piedi alla grotta |
0.20
ore
|
Fruizione |
Libera |
Giorni
in cui si può andare in grotta |
tutti |
Successione
pozzi |
3,
14, 49, 11, 16+24, 44, Risalita 10, 51, 8 |
Il vento
gelido e furibondo della
fessura d’accesso è il biglietto da visita del
vasto sistema da 30 km condiviso con gli ingressi più alti
del Saragato e del Gigi Squisio. Una sorta di monito per tutti coloro
che
pensano che entrare dalla porta di servizio sia una passeggiata...
Una cordina
aiuterà a superare la
diffidenza dei primi metri di disarrampicata poi strisceremo obbligati
dalle
fessure verticali e materne create dalla disostruzione. Alla base del
P.14,
primo vero pozzo, ecco una saletta 7x3 dove cominceremo a riprenderci:
la
prosecuzione è l’oblò in fondo a
destra, un cunicolo di una quindicina di metri
che si getta nel P.49 Era Ora: allongiatevi e non imitatelo.
|
|
|
Alla base
ci aspetta il primo
ruscellamento lungo un meandrino nel quale bisogna tenersi in alto fino
ad un
tombino non lontano dal successivo P.11. Un pendolo ci deposita
direttamente
nella bellissima sezione a buco di serratura di questo comodo meandro.
Ne
scendiamo i gradoni fino al Big Bang, un P.16 e un P.24 in rapida
successione
seguiti da un estetico P.44 contro parete.
Sotto un
fastidioso stillicidio
scendiamo la china detritica fino all’attacco di un ulteriore
pozzo: ottima
pedana se il masso su cui stiamo non fosse il punto più alto
di un riempimento (alto
venti metri e mai domo) della successiva diaclasi in cui ci
caleremo: prestare la massima attenzione, a maggior
ragione al ritorno!
|
|
|
Alla
base una breve risalita di
dieci metri ci porta all’attacco di un cupo P.51. Scendendolo
si percepisce
lontano il rumore del collettore e l’importanza della grotta
che intercetteremo
rispetto alla confluenza da cui siamo pervenuti. Una trentina di metri
di
meandro e ci affacciamo su una meravigliosa forra nera. Al torrente
arriviamo con un’ultima corda di una decina di
metri. Siamo a -270 e la Confluenza, da cui sono partite alcune delle
più
entusiasmanti esplorazioni di tutte le Apuane, è per oggi
è il nostro
capolinea.
Il percorso presenta alcune
parti molto strette e in caso di pioggia risulta molto bagnato, senza
tutavvia risultare pericoloso.
|
|
|
I sentieri da
percorrere
Il
sentiero dei - 1000 |
Quota
di partenza |
1010
|
Quota
massima raggiunta |
1740
|
Dislivello |
730 |
Difficoltà |
difficile
|
Numero
massimo di partecipanti |
libero
|
Numero
gruppi giornaliero |
libero
|
Tempo
percorrenza |
con tutta calma con soste 6 ore
|
Fruizione |
libera
|
Giorni
in cui si può passeggiare |
tutti
|
Quattro
passi in Carcaraia
Per chi ne
ha voglia vale
davvero la pena farsi un giro
in questa conca carsica da manuale che da sola ospita ben quattro meno
mille,
la grotta piu’ profonda d’Italia e oltre
quarantacinque chilometri di reticoli
carsici sotterranei.
Il
percorso proposto è un anello che parte dalla galleria di
accesso alla valle e
si snoda sulla parte più occidentale della conca toccando
gli ingressi delle
grotte più importanti: Aria Ghiaccia, Buca Cino, Gigi
Squisio, Arbadrix,
Saragato, Roversi, Perestrojka, Mani Pulite e Capovaro.
Il
dislivello in salita è di circa 700 metri, quello in discesa
altrettanto.
Il
percorso si snoda prima sulla marmifera di arroccamento al
Passo
della
Focolaccia e poi nel bosco, fino ad affacciarsi sulla cresta del M.
Tambura da
dove scende all’imponente bacino estrattivo che si trova sul
passo. Con breve
deviazione è anche possibile raggiungere il più
antico ed elevato in quota dei
rifugi apuani: il rifugio Aronte.
Se il
tempo lo consente, ma non è affatto scontato, dal passo si
gode dello
spettacolo degli scoscesi versanti a mare del M. Tambura e delle
montagne
limitrofe che precipitano fino all’abitato di Resceto e da
qui si distendono
attraverso la Versilia fino al mare.
Dal passo,
poi, attraversato il bacino estrattivo, mantenendosi in quota, si
fiancheggiano
le gobbe del M. Cavallo e passando sulle falde degli Zucchi di Cardeto
e del M.
Pisanino, si scende di nuovo alla galleria.
Il
percorso, fatto in tutta calma, richiede circa 6 ore considerando anche
delle soste. Non
presenta
particolari difficoltà ma richiede un po’ di
attenzione nel tratto che scende
dalla cresta della Tambura al passo della Focolaccia (sentiero CAI n.
177)
soprattutto in caso di nebbia, con il buio e in caso di pioggia.
Per i
dettagli del percorso consultate la mini guida all’area
carsica della Carcaraia
online in questa sezione.
Volendo
è anche possibile
fare il giro completo della
conca percorrendo la strada che conduce al bacino estrattivo delle cave
basse
di Carcaraia e da qui, salire attraverso di una marmifera in disuso
fino ad un
saggio di cava dove, poco sopra, si intercetta il sentiero CAI n. 177
che
conduce al Passo della Focolaccia. In questo caso non sarà
possibile transitare
dagli ingressi della Buca Cino, dello Squisio, dell’Arbadrix
e del Saragato, ma
si tratta di un ampio percorso panoramico molto bello che vale comunque
la
pena. Il dislivello totale ed il tempo di percorrenza ricalcano
all’incirca il
percorso precedente.
In
mancanza di tempo, è anche possibile salire tutta la
marmifera fino al Passo
della Focolaccia, affacciarsi sul mare e fare rientro attraverso la
stessa
strada. In un paio d’ore di tranquilla passeggiata si va, si
sosta al passo e
si torna.
ATTENZIONE.
C’è
un’unica regola: le auto DEVONO essere lasciate in
prossimità della
galleria di accesso alla valle o piu’ in basso, al bivio da
cui si stacca la
strada che conduce alla galleria (circa 15 minuti di cammino in
più) ben a lato
della strada in modo da non intralciare il transito dei camion e degli
altri
mezzi delle cave che, ricordiamo, in questo periodo sono attive.
Diversamente
verranno rimosse.
Vi
preghiamo di non salire neppure con i mezzi fuori strada: la strada di
arroccamento è a servizio delle cave e vige il divieto di
accesso. E poi non
sempre è possibile (né semplice) scambiarsi con i
camion.
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La guida
scarico
la
guida della Carcaraia in formato .pdf (0,5 MB)
Informazioni
Per
informazioni generali sulle grotte e i sentieri grotte@apuane2007.it
Per informazioni sulle grotte
della carcaraia gsfi@virgilio.it
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