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COMPLESSO CARSICO DELLA CARCARAIA

(Monte Tambura – Alpi Apuane)

Sopra, sotto e sottosopra

(foto Guidotti)

 

A cura del 

Gruppo Speleologico Fiorentino CAI

Unione Speleologica Pratese

Gruppo Grotte Brescia

Gruppo Speleologico Paletnologico G. Chierici Reggio Emilia




La Carcaraia


La Carcaraia, un bianco fazzoletto di calcare racchiuso tra Pisanino e Tambura e tra Roccandagia e Cavallo, è stata e lo è tutt’ora meta ricca di fascino per gli speleologici.
Nasconde dentro di se l’Abisso “ Paolo Roversi”, la grotta più profonda d’Italia con i suoi  1.350mt di dislivello, circondato da un complesso carsico profondo ed esteso a cui si accede da pochi ingressi.
Ben quattro di questi (A. Saragato, A. Mani Pulite, A. Perestrojka, A. Roversi) oltrepassano i – 1000mt di profondità, il chè rappresenta un’altra caratteristica pressoché unica in Italia, a maggior ragione considerando la modesta estensione del bacino della Carcaraia.
Inizialmente visitata negli anni ’60 alla ricerca del bacino di assorbimento della sorgente del Frigido che si trova sul versante opposto della montagna, a tutt’oggi ha rivelato solo in parte i suoi segreti.
Le numerose colorazioni effettuate con traccianti hanno recentemente svelato un’altra particolarità di questa valle: non solo le acque vengono convogliate verso la sorgente del Frigido, ma anche, ed anzi per la maggior parte verso le bellissime sorgenti di Equi Terme. E chissà quante sono ancora le  molte verità sono da portare alla luce!
Vi attende un avvincente viaggio nel cuore delle Alpi Apuane tra le meraviglie naturali di questa ampia conca lunare. Con i sacchi in spalla, attraverso grandi scenari calcarei, di fuori e di dentro, scoprirete il paesaggio scolpito dal tempo e dall’uomo. Ma sarà anche un cammino di conoscenza delle grandi esplorazioni, delle grandi scoperte, delle grandi teorie e convinzioni e soprattutto dei grandi misteri.


 La cartina

Scarica la cartina della Carcaraia in formato zip (0,8 MB)

 

Le grotte 

N.Cat. PR Nome Quota Dislivello Sviluppo spaziale Coord.Chilometriche Gauss-Boaga Comune
Negativo Positivo Totale EST NORD
350 LU ABISSO PIERO SARAGATO 1465 1125 0 1125 35000 1598.420 4885.585 MINUCCIANO
357 LU BUCA SOPRA LA CAVA BASSA DI CARCARAIA 1350 70 0 70 140 1598.640 4885.625 MINUCCIANO
704 LU ABISSO MESCALEROS 1700 200 2 200 250 1598.015 4558.110 MINUCCIANO
705 LU ABISSO PAOLO ROVERSI 1710 1250 100 1350 4200 1597.130 4885.060 MINUCCIANO
708 LU BUCA DELLA MAMMA GRACCHIA 1730 485 0 485 1100 1598.930 4884.860 MINUCCIANO
741 LU ABISSO ARBADRIX 1335 360 5 365 2700 1598.395 4885.855 MINUCCIANO
890 LU BUCA DI BELFAGOR 1280 120 0 120 500 1598.590 4885.795 MINUCCIANO
1027 LU BUCA DELL'ARIA GHIACCIA  * 1100 760 365 1125 35000 1598.860 4886.732 MINUCCIANO
1049 LU ABISSO PERESTROIKA 1530 1160 0 1160 2000 1597.523 4886.172 MINUCCIANO
1068 LU BUCA CINO 1182 100 0 100 340 1598.600 4886.420 MINUCCIANO
1159 LU ABISSO MANI PULITE 1435 1060 0 1060 4500 1597.785 4886.182 MINUCCIANO
1501 LU BUCA FAFIFURNI ** 1340 365 0 365 2700 1598.398 4885.827 MINUCCIANO
1573 LU ABISSO CANN'ABISS 1213 350 0 350 495 1598.658 4885.827 MINUCCIANO
1590 LU ABISSO CAPOVARO 1308 300 0 300 500 1598.023 4886.285 MINUCCIANO
1628 LU ABISSO GIGI SQUISIO * 1222 882 243 1125 35000 1598.430 4886.066 MINUCCIANO
   * = collegate con la n. 350
* * = collegata con la n. 741




Le grotte visitabili

Abisso Mani Pulite
Numero catastale  1159 LU Quota ingresso 1435
Dislivello m negativo 1060 Dislivello m positivo 0
Dislivello totale 1060 Sviluppo spaziale 4500
Il percorso attrezzato  
Dislivello massimo 250
Difficoltà media
Numero massimo di partecipanti 10 (min 4)
Numero gruppi giornaliero 1
Tempo percorrenza 6 ore
Tempo per arrivare a piedi alla grotta 1.15/1.30 ore
Fruizione  libera Giorni in cui si può andare in grotta  tutti
Successione pozzi scivolo 40 - 2 saltini arrampicata - scivolo 20 - 5 - 45 - 12 - 15 - 2 - 15 - 28 - 18 - 10 - 2 -  scivolo 

Avvicinamento: Si parte a piedi dalla galleria e si percorre la strada marmifera . Si ignora il primo bivio sulla destra e si prosegue salendo, al secondo bivio, con evidente forma a Y si tiene il ramo di destra e si continua sempre dritto per la strada di cava fino a quota 1455mt dove la strada fa un tornante a sinistra; qui si abbandona la strada marmifera e si scolletta sulla destra. Da qui mantenendosi in quota si punta al colle di fronte a noi dove si trovano le tracce del sentiero CAI n° 178 che ci porterà all’ingresso dell’Abisso Mani Pulite situato alla base di una paretina calcarea a quota  mt 1465 s.l.m.

Descrizione grotta: La cavità inizia con una breve condotta che conduce alla partenza di uno scivolo di una quarantina di metri. In questo tratto iniziale dobbiamo prestare molta attenzione ai sassi e dobbiamo scendere uno alla volta; è buona norma dare il libera dopo aver attraversato  il cumulo di pietre alla base dello scivolo quando si è fuori dalla traiettoria di caduta dei sassi.

Seguendo l’evidente corrente d’aria, si continua per una condotta sfociante in una prima saletta, tenendo la sinistra si sbuca in una seconda più ampia sala e qui si gira a destra per immetterci in una buca da lettere di notevole pendenza. Nella successiva saletta, per evitare di smuovere la frana su cui passiamo, si deve nuovamente prestare attenzione a dove mettiamo piedi e mani. Ci caliamo verso lo scivolo successivo andando a sinistra e, seguendo la corda, arriviamo alla partenza del pozzo da 45 frazionato più volte, la prima vera verticale della grotta.

Alla base del pozzo (siamo a circa 130mt di profondità dall’ingresso) il rumore dell’acqua ci fa da guida verso il successivo pozzetto di 12 metri (pozzetto del tronchetto della felicità). Ignorando sulla destra il ramo del fondo del ’93 (GSL), si prosegue in un altro più ampio pozzo con la corda che finisce in una finestra laterale ( da questo punto partono le esplorazioni dei Fiorentini). Sceso questo pozzo per circa 15 mt si deve superare ancora un saltino prima di entrare in una condotta freatica di dimensioni umane (quando uno è disteso!); un nuovo salto con la corda (P12) ci porta ad ammirare il lavoro della commissione GLD: dove in fase esplorativa strisciavamo come geotritoni, attualmente passiamo comodamente col sacco in spalla!

La verticale successiva è il Pozzo del Pipistrello (così chiamato per ovvi motivi), pozzo di una trentina di metri che ci porta a quota -200 in un ampia sala. A seguire, un pozzo da 12 ci porta in un breve meandro che termina in un saltino da cinque. Adesso scendiamo su dei blocconi che fanno da pavimento ad una sala di crollo di evidente forma rettangolare; una corda di circa 10 mt ci porta all’attacco di uno scivolo alla cui base termina la parte di grotta armata. Qui siamo alla partenza del 75 a Gradoni, a quota – 260 mt circa e c’è la possibilità di attingere acqua per la carburo,  rifocillarsi e preparasi a invertire il moto.

La grotta ovviamente continua… e come se continua!!! Ma questa è un’altra storia.

Per favore non lasciate immondizia e risalendo controllate bene corde e attacchi per chi verrà dopo di voi.

Buon divertimento a tutti.



                                                    

Abisso Arbadrix
Numero catastale  741 LU Quota ingresso 1335
Dislivello m negativo 360 Dislivello m positivo 5
Dislivello totale 365 Sviluppo spaziale 2700
Il percorso attrezzato  
Dislivello massimo -180
Difficoltà medio/alta
Numero massimo di partecipanti 12
Numero gruppi giornaliero 1
Tempo percorrenza 6 ore Tempo per arrivare a piedi alla grotta 1 ora
Fruizione  accompagnata Giorni in cui si può andare in grotta 1/11 
Successione pozzi  - I^ Traversata su pozzo chiuso al fondo
- II^ Traversata su pozzo chiuso al fondo
pozzi m.6 - m. 11 - m. 4 – m. 13 – m. 10 – m. 30 – m. 22  si arriva alla “Sala da the 

L’Arbadrix si apre a quota 1.340 m slm, sulla parte piana del “secondo gradino della Carcaraia”. L’ingresso è uno sprofondamento allungato di una decina di metri di lunghezza per 3-4 di profondità, al fondo del quale si apre un cunicolo in discesa fra detriti e parete che si allarga in una saletta. Qui un camino conduce molto vicino all’esterno. Proseguendo nella direzione del cunicolo, un passaggio basso, consente di accedere ad uno sfondamento di qualche metro, da superare in quota su cengia. Un tratto di galleria conduce al pozzo Susi (m 12) dall’imboccatura a schiena d’asino, da traversare a sinistra.
Proseguendo, una frattura, stretta ed inclinata, conduce al P6, alla base la via si disperde in una miriade di buchetti in comunicazione con il pozzo Sonia (m 11). Una breve risalita conduce al meandro Gianna, a pressione e un po’ stretto che si sfonda in un saltino con cengia. Segue una strettoia che immette nel Pozzo Sonia. Qui la grotta aumenta notevolmente le sue dimensioni (la base del pozzo è 4 x 12 metri). Un passaggio basso in leggera discesa, porta ad un  saltino verticale ed ad un bivio, a sinistra il pozzo Mariella di 13 metri, base detritica e nuovo pozzetto di 10 metri “Pozzo Giovanna”.
La comunicazione con il “pozzo Enrica” è un cunicolo a qualche metri in risalita verso nord-owest. Il pozzo Enrica da accesso ad un salone veramente grande e la discesa, interamente nel vuoto, è spettacolare. Due diversi passaggi immettono nel pozzo Maurizia di 22 metri alla base la “sala da the” che si trova a circa 180 m. di profondità, qui termina l’escursione organizzata per Apuane 2007.
L’abisso scoperto nel maggio del 1983, e, a più riprese esplorato dal Gruppo Speleologico “Gaetano Chirici” di Reggio Emilia, ha uno sviluppo complessivo poco inferiore ai 3 km, con 3 fondi principali, il più profondo raggiunge i – 361 metri. Grotta dal carattere generoso, ogni qualvolta la si rivisita con occhi esplorativi si aprono nuove diramazioni, per questo il rilievo che si espone non è completo delle ultime esplorazioni. Circondata da Abissi di notevole importanza, “Saragato”, “Aria Ghiaccia”, “Gigi Squisio” e “Belfagor”, solo i “Faffifurni” riescono ad unirsi all’Arbadrix in corrispondenza della “Sala Tamagogi”.

Programma:
Punto di ritrovo a Castelnovo Garfagnana da assegnare a cura dell’Organizazzione Apuane 2007 ore 8.30
Ritrovo al campo sportivo di Gorfigliano ore 9.30 (LU) (campo da calcio)
Coordinamento dei mezzi per salire all’’ingresso grotta.
Vista la durata dell’escursione prevedere cibo e liquidi per la grotta
Uscita di grotta a metà pomeriggio.
Ritorno a Gorfigliano.
Rientro al Raduno

 

        

Abisso Gigi-Squisio

Numero catastale 

1628 LU

Quota ingresso

1222

Dislivello m negativo

400 (882*)

Dislivello m positivo

243*

Dislivello totale

400 (1125*)

Sviluppo spaziale

4280 (35000*)

(*) riferito a Saragato-Aria ghiaccia-Gigi\Squisio

Il percorso attrezzato  

Dislivello massimo

250

Difficoltà

media

Numero massimo di partecipanti

5

Numero gruppi giornaliero

1

Tempo percorrenza

6  ore

Tempo per arrivare a piedi alla grotta

1 ore

Fruizione

 libera

Giorni in cui si può andare in grotta

tutti 

Successione pozzi 

in discesa 2-15-6-16-20-5-30 in salita 18-25-60-5-3 

Come vi si arriva: dopo il secondo bivio che si trova oltre la diramazione per la cava bassa di Carcaraia, subito dopo la salita, appena superato il punto dove il rio Ventagio traversa la strada, si risale il fianco sulla sinistra attraversando evidenti campi solcati, e lo si riscende fino ad arrivare in una dolina. L’ingresso (molto evidente grazie ad un terra-tetto antineve autocostruito ) si presenta come una buca di circa un metro di diametro, che introduce direttamente nel passaggio in frana che dopo pochi metri sbuca in una condotta che seguiremo verso sinistra (guardando il buco da cui si proviene, SEGUIRE LE FRECCE GIALLE!).
Un saltino di due metri ci porta in un passaggio basso, andiamo verso destra e arriviamo al primo pozzo (20 metri [un rinvio e un frazionamento]).

Alla base di questo si prende a scendere tenendoci bassi sulla destra fino a un passaggio
tondo che attraversa un diaframma di roccia, dopo, il secondo pozzetto di pochi metri seguito da uno scivolo, porta direttamente all’apertura del terzo pozzo (10 metri e attacco molto spostato). Immediatamente dopo, un altro pozzo di una quindicina di metri (anch’esso con un attacco molto spostato e rinvio a parete) sceso il quale un breve saltino successivo ci porta, dopo una facile discesa in libera, all’inizio dell’anello che percorreremo, bivio dal quale arriveremo dal basso tornando indietro.
In alto sulla destra (freccia-gialla) si entra in una forra, che poi diventa un piccolo meandro stretto ( “troppa pulenda de sopra”)  che si percorre smadonnando per una ventina di metri, fino ad una strettoia, dopo la quale, (freccia-gialla) tenendosi in basso verso sinistra, arriviamo in una saletta con sabbia.

Il passaggio da prendere è in basso a destra (freccia-gialla). Un breve strisciare nella sabbia e si sbuca in un meandro più grande (freccia-gialla e fettucce colorate) che si percorre in discesa scendendo due brevi salti armati con corde fino ad un pozzetto. NON VA SCESO!, risaliamo invece (freccia-gialla) sul lato destro del meandro infilandoci nel Valeramo, una condotta freatica che dopo una serie di curve  sbuca in una alta forra verticale. Dopo pochi metri troviamo un’apertura sulla sinistra (freccia-gialla e fettuccia colorata), ci infiliamo la dentro e fatti alcuni metri ci affacciamo su di un pozzo. Lo si scende (OCCHIO AI SASSI INCASTRATI IN PARETE!) per un totale di 35 metri circa (20+12), alla cui base si prosegue verso il basso scendendo un’altra bella verticale di circa 90 metri (P.”L’altra metà del cielo”- i primi 50 metri completamente nel vuoto e due frazionamenti su terrazzi comodi), quindi, scesi questi due ultimi brevi salti veniamo a trovarci al punto finale della discesa di questo anello (la corda nel salto finale non arriva alla base del pozzo ma si attacca direttamente all’armo della finestra del primo pozzo in salita della via di ritorno. Pertanto o vi tirate verso l’armo per allongiarvi o fate un’inversione di attrezzi).
Una volta entrati in questa apertura (freccia-gialla), che risale in condotta fino a una corda (freccia-gialla e fettucce colorate) che utilizzeremo per salire e percorrere la parte alta di un meandro (attenzione agli sfondamenti).

Si prosegue, dunque, in salita fino ad arrivare in una condottina trasversale. Se dopo pochi metri vi trovate davanti ad una strettoia con una corda in salita, avete sbagliato strada! La prosecuzione è dall’altra parte (freccia-gialla), la condotta infatti si affaccia direttamente sul P. del Tuono che si risale fino ad arrivare nella parte alta della frattura della verticale. Superiamo tutta quella zona seguendo le corde dei traversi (frecce) fino alla base di un pozzo di 15 metri che prosegue in alto, dopo un terrazzo.L’ultimo tiro nel vuoto, e 30 metri dopo arriviamo nella condotta  “troppa pulenda de sotto”, (freccia) parte sottostante di quella impestata che abbiamo percorso all’inizio dell’ anello (siamo all’ armo finale del pozzo che abbiamo appena salito e quel buco tondo che vediamo in alto è lo stesso che abbiamo visto mentre bestemmiavamo con il sacco incastrato dentro la marmitta alla fine del  “troppa pulenda de sopra”...ricordate?).

Questo tratto di meandro (decisamente più agevole di quello del piano di sopra ) porta direttamente nella saletta del bivio descritto all’inizio.

La via per uscire da questa meravigliosa cavità Apuana ormai la conoscete e quindi...Arrivederci dall’USP.
NB:
  1. I primi tre pozzi e l’ultimo in caso di pioggia, anche se non pericolosi, sono MOLTO bagnati.
  2. Ignorate tutte le corde e diramazioni che non sono espressamente indicate in questa descrizione, seguite solo le frecce, molte zone sono in via di esplorazione e si allontanano MOLTO dall’asse principale della grotta e spesso in zone estremamente complesse e labirintiche.
  3. La parte finale dell’anello (P.”l’altra metà del cielo) è poco frequentata e pertanto si possono trovare zone con sassi smossi e pericolosi, Quindi FARE MOLTA ATTENZIONE alla discesa dei pozzi.

 


Buca dell'Aria Ghiaccia
Numero catastale  1027 LU (ingr.  350 LU) Quota ingresso 1100
Dislivello m negativo 610 (760*) Dislivello m positivo 210 (365*)
Dislivello totale 820 (1125*) Sviluppo spaziale >11000 (35000*)
(*) riferito a Saragato-Aria ghiaccia-Gigi\Squisio
Il percorso attrezzato  
Dislivello massimo 270
Difficoltà Media
Numero massimo di partecipanti 8/10 Numero gruppi giornaliero 1
Tempo percorrenza 5 ore Tempo per arrivare a piedi alla grotta 0.20 ore
Fruizione Libera Giorni in cui si può andare in grotta  tutti
Successione pozzi 3, 14, 49, 11, 16+24, 44, Risalita 10, 51, 8

Il vento gelido e furibondo della fessura d’accesso è il biglietto da visita del vasto sistema da 30 km condiviso con gli ingressi più alti del Saragato e del Gigi Squisio. Una sorta di monito per tutti coloro che pensano che entrare dalla porta di servizio sia una passeggiata...

Una cordina aiuterà a superare la diffidenza dei primi metri di disarrampicata poi strisceremo obbligati dalle fessure verticali e materne create dalla disostruzione. Alla base del P.14, primo vero pozzo, ecco una saletta 7x3 dove cominceremo a riprenderci: la prosecuzione è l’oblò in fondo a destra, un cunicolo di una quindicina di metri che si getta nel P.49 Era Ora: allongiatevi e non imitatelo.




Alla base ci aspetta il primo ruscellamento lungo un meandrino nel quale bisogna tenersi in alto fino ad un tombino non lontano dal successivo P.11. Un pendolo ci deposita direttamente nella bellissima sezione a buco di serratura di questo comodo meandro. Ne scendiamo i gradoni fino al Big Bang, un P.16 e un P.24 in rapida successione seguiti da un estetico P.44 contro parete.

Sotto un fastidioso stillicidio scendiamo la china detritica fino all’attacco di un ulteriore pozzo: ottima pedana se il masso su cui stiamo non fosse il punto più alto di un riempimento (alto venti metri e mai domo) della successiva diaclasi in cui ci caleremo:  prestare la massima attenzione, a maggior ragione al ritorno!




Alla base una breve risalita di dieci metri ci porta all’attacco di un cupo P.51. Scendendolo si percepisce lontano il rumore del collettore e l’importanza della grotta che intercetteremo rispetto alla confluenza da cui siamo pervenuti. Una trentina di metri di meandro e ci affacciamo su una meravigliosa forra nera. Al torrente  arriviamo con un’ultima corda di una decina di metri. Siamo a -270 e la Confluenza, da cui sono partite alcune delle più entusiasmanti esplorazioni di tutte le Apuane, è per oggi è il nostro capolinea.

Il percorso presenta alcune parti molto strette e in caso di pioggia risulta molto bagnato, senza tutavvia risultare pericoloso.

I sentieri da percorrere

                       


Il sentiero dei - 1000
Quota di partenza  1010
Quota massima raggiunta 1740
Dislivello   730 Difficoltà difficile
Numero massimo di partecipanti libero
Numero gruppi giornaliero libero
Tempo percorrenza con tutta calma con soste 6 ore
Fruizione libera
Giorni in cui si può passeggiare tutti 

Quattro passi in Carcaraia

Per chi ne ha voglia vale davvero la pena farsi un giro in questa conca carsica da manuale che da sola ospita ben quattro meno mille, la grotta piu’ profonda d’Italia e oltre quarantacinque chilometri di reticoli carsici sotterranei.

Il percorso proposto è un anello che parte dalla galleria di accesso alla valle e si snoda sulla parte più occidentale della conca toccando gli ingressi delle grotte più importanti: Aria Ghiaccia, Buca Cino, Gigi Squisio, Arbadrix, Saragato, Roversi, Perestrojka, Mani Pulite e Capovaro.

                   

Il dislivello in salita è di circa 700 metri, quello in discesa altrettanto. 

Il percorso  si snoda prima sulla marmifera di arroccamento al Passo della Focolaccia e poi nel bosco, fino ad affacciarsi sulla cresta del M. Tambura da dove scende all’imponente bacino estrattivo che si trova sul passo. Con breve deviazione è anche possibile raggiungere il più antico ed elevato in quota dei rifugi apuani: il rifugio Aronte. 





Se il tempo lo consente, ma non è affatto scontato, dal passo si gode dello spettacolo degli scoscesi versanti a mare del M. Tambura e delle montagne limitrofe che precipitano fino all’abitato di Resceto e da qui si distendono attraverso la Versilia fino al mare.

Dal passo, poi, attraversato il bacino estrattivo, mantenendosi in quota, si fiancheggiano le gobbe del M. Cavallo e passando sulle falde degli Zucchi di Cardeto e del M. Pisanino, si scende di nuovo alla galleria.


Il percorso, fatto in tutta calma, richiede circa 6 ore considerando anche delle soste. Non presenta particolari difficoltà ma richiede un po’ di attenzione nel tratto che scende dalla cresta della Tambura al passo della Focolaccia (sentiero CAI n. 177) soprattutto in caso di nebbia, con il buio e in caso di pioggia.

Per i dettagli del percorso consultate la mini guida all’area carsica della Carcaraia online in questa sezione.

Volendo è anche possibile fare il giro completo della conca percorrendo la strada che conduce al bacino estrattivo delle cave basse di Carcaraia e da qui, salire attraverso di una marmifera in disuso fino ad un saggio di cava dove, poco sopra, si intercetta il sentiero CAI n. 177 che conduce al Passo della Focolaccia. In questo caso non sarà possibile transitare dagli ingressi della Buca Cino, dello Squisio, dell’Arbadrix e del Saragato, ma si tratta di un ampio percorso panoramico molto bello che vale comunque la pena. Il dislivello totale ed il tempo di percorrenza ricalcano all’incirca il percorso precedente.






In mancanza di tempo, è anche possibile salire tutta la marmifera fino al Passo della Focolaccia, affacciarsi sul mare e fare rientro attraverso la stessa strada. In un paio d’ore di tranquilla passeggiata si va, si sosta al passo e si torna.







 ATTENZIONE.

C’è un’unica regola: le auto DEVONO essere lasciate in prossimità della galleria di accesso alla valle o piu’ in basso, al bivio da cui si stacca la strada che conduce alla galleria (circa 15 minuti di cammino in più) ben a lato della strada in modo da non intralciare il transito dei camion e degli altri mezzi delle cave che, ricordiamo, in questo periodo sono attive. Diversamente verranno rimosse.

Vi preghiamo di non salire neppure con i mezzi fuori strada: la strada di arroccamento è a servizio delle cave e vige il divieto di accesso. E poi non sempre è possibile (né semplice) scambiarsi con i camion.




La guida 

 scarico la guida della Carcaraia in formato .pdf (0,5 MB)



Informazioni

Per informazioni generali sulle grotte e i sentieri  grotte@apuane2007.it

Per informazioni sulle grotte della carcaraia  gsfi@virgilio.it

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