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grotte@apuane2007.it
|
LA
ZONA CARSICA DEL MONTE SUMBRA E MONTE FIOCCA
(Monte
Sumbra– Alpi Apuane)
(foto Piccini)
A cura
del
Gruppo
Speleologico Ferrarese
Gruppo
Speleologico Faentino
Il
Monte
Sumbra, con i suoi 1769 metri d’altezza, rappresenta il picco
più alto della
dorsale est-ovest lunga tre km, formata anche dal M. Fiocca; il
maestoso
versante meridionale, con impressionanti e brulle pareti alte oltre 500
metri,
è delimitato dalla valle del Turrite Secca, nella quale
confluiscono canali
profondamente incisi e con splendide marmitte. Molto forte è
il contrasto con
il versante settentrionale: sulle quote superiori abbiamo vasti prati
con
evidenti fenomeni di carsismo superficiale, e più in basso
le ripide pendici
boscose sembrano quasi gettarsi nel sottostante Lago di Vagli e nella
Valle
dell'Edron.
Le tribù
speleologiche che hanno “abitato” la zona sono
state principalmente due: quella
toscana tra gli anni settanta e ottanta, seguita poi da quella emiliana
dal
2002 fino ad ora. I primi campi visionari dei giovanissimi soci del
Gruppo
Pipistrelli di Fiesole hanno fruttato, oltre ad un accurato
accatastamento di
quasi tutte le cavità della zona, l’esplorazione
dei “Draghi Volanti”, uno dei
più profondi abissi italiani dei primi anni ottanta. Dopo
più di vent’anni gli
emiliani, grazie anche alle tecnologie del nuovo millennio, riprendono
le
ricerche. La soddisfazione esplorativa
maggiore arriva proprio dallo scavo della piccola e fredda
cavità che serviva
da frigorifero ai primi campi toscani. L’ironica sorte ha
trasformato l’ex
frigo nell’undicesima profondità italiana (-1015).
Scarica la cartina del Monte
Sumbra .zip (0,9 MB)
Le
grotte
N.Cat. |
PR |
Nome |
Quota |
Dislivello |
Sviluppo spaziale |
Coord.Chilometriche Gauss-Boaga |
Comune |
Negativo |
Positivo |
Totale |
EST |
NORD |
239 |
LU |
BUCA
DEI CORVI |
1380 |
28 |
0 |
28 |
35 |
1600.990 |
4880.345 |
STAZZEMA |
467 |
LU |
BUCA
DEL CANAL BIANCO |
785 |
103 |
0 |
103 |
180 |
1602.910 |
4879.990 |
STAZZEMA |
475 |
LU |
BUCA
DEL FOSSO DEL FATONERO |
1190 |
80 |
0 |
80 |
120 |
1601.570 |
4880.275 |
STAZZEMA |
662 |
LU |
BUCA
DEI FULMINI |
1320 |
42 |
0 |
42 |
150 |
1601.207 |
4881.951 |
VAGLI
SOTTO |
664 |
LU |
RISORGENTE DEI CRISTALLI |
1385 |
2 |
34 |
36 |
200 |
1601.083 |
4881.951 |
VAGLI
SOTTO |
667 |
LU |
ABISSO
DEL PILORO |
1575 |
170 |
0 |
170 |
250 |
1603.007 |
4881.318 |
VAGLI
SOTTO |
668 |
LU |
BUCA
DELLA PIETRA TOMBALE |
1580 |
90 |
0 |
90 |
120 |
1603.055 |
4881.265 |
VAGLI
SOTTO |
671 |
LU |
BUCA
DEL GURU |
1600 |
73 |
0 |
73 |
120 |
1602.385 |
4881.515 |
VAGLI
SOTTO |
674 |
LU |
BUCA
DELL'ORSO SBALLATO |
1480 |
45 |
0 |
45 |
185 |
1601.554 |
4881.391 |
VAGLI
SOTTO |
680 |
LU |
ABISSO
DEI DRAGHI VOLANTI |
1425 |
880 |
0 |
880 |
1800 |
1601.800 |
4881.577 |
VAGLI
SOTTO |
685 |
LU |
BUCA
GO FREDO |
1415 |
920 |
95 |
1015 |
4000 |
1601.206 |
4881.722 |
VAGLI
SOTTO |
694 |
LU |
ABISSO
DI UNTZLAN |
1385 |
380 |
0 |
380 |
800 |
1602.249 |
4881.716 |
VAGLI
SOTTO |
826 |
LU |
BUCA DEL COLLETTINO |
1260 |
130 |
0 |
130 |
200 |
1599.785 |
4881.460 |
VAGLI
SOTTO |
857 |
LU |
BUCA
DEL CARBONAIO |
1540 |
185 |
0 |
185 |
430 |
1602.750 |
4881.510 |
VAGLI
SOTTO |
1033 |
LU |
GROTTA
DI LILLIPUT |
1300 |
127 |
0 |
127 |
342 |
1600.085 |
4881.330 |
STAZZEMA |
1142 |
LU |
BUCA
DELL'USCITA |
1280 |
61 |
0 |
61 |
84 |
1602.218 |
4881.001 |
VAGLI
SOTTO |
1285 |
LU |
ABISSO
ICARO |
1460 |
240 |
72 |
312 |
780 |
1602.945 |
4881.270 |
VAGLI
SOTTO |
1385 |
LU |
ABISSO
DI COL GALLONE |
1310 |
180 |
0 |
180 |
395 |
1601.260 |
4882.060 |
VAGLI
SOTTO |
1755 |
LU |
BUCA
MOSCA CIECA |
1485 |
60 |
0 |
60 |
108 |
1601.845 |
4881.477 |
VAGLI
SOTTO |
Abisso
GoFredo |
Numero
catastale |
685
LU
|
Quota
ingresso |
1415
|
Dislivello
m negativo |
920 |
Dislivello
m positivo |
95
|
Dislivello
totale |
1015
|
Sviluppo
spaziale |
4000
|
Il percorso attrezzato
|
Dislivello
massimo |
200
|
Difficoltà |
media
|
Numero
massimo di partecipanti |
10
|
Numero
gruppi giornaliero |
1 |
Tempo
percorrenza |
8 ore |
Tempo per arrivare a
piedi alla grotta |
2
ore |
Fruizione |
accompagnati |
Giorni
in cui si può andare in grotta |
1/11 |
Successione
pozzi |
8, 30, 6, 67, 8, 5, 45, 25
|
L’ingresso di Gofredo
di apre a 1420 m slm, alla base di una
frattura che intaglia un modesto balzo di roccia, ai limiti superiori
del
bosco. Siamo nella faggeta che circonda la cima del monte Fiocca, in
una zona
dove i Calcari Selciferi sono in contatto con i Diaspri metamorfici.
Qua e la,
nel bosco, si possono riconoscere delle
piccole aree pianeggianti: servivano ai carbonai, per trasformare in
loco la
legna in carbone. Queste aree, unite a limitati saggi di cava,
fortunatamente
modestissimi in questa zona delle Apuane, sono le uniche impronte che
l’uomo ha
lasciato in queste zone ancora molto selvagge.
La lunga
mulattiera per l’avvicinamento parte da Vagli
Sotto, e si inerpica vertiginosamente per circa mille metri di
dislivello, fino
a raggiungere lo spiazzo dell’ultima piccola cava
abbandonata. Da qui, in circa
20 min. a piedi, si raggiunge l’ingresso.
La
logistica dell’avvicinamento sarà organizzata poco
prima,
e dipenderà prevalentemente dal numero di persone rapportato
ai mezzi
fuoristrada disponibili. Ovviamente anche lo stato della mulattiera
sarà
importante, necessitando spesso di lavori di ripristino; non ultimo le
condizioni meteo.
Insomma, bisogna anche mettere
in preventivo di farsela
quasi tutta a piedi, per un dislivello di circa 700 m.
|
I primi metri ipogei dopo
l’ingresso sono verticali e
seguono lo scavo delle disostruzioni iniziali. Oltre, una stretta
condotta
orizzontale sfocia in una forra tortuosa, a tratti concrezionata, si
approfondisce con il Pozzo Cose Nostre (30 m). Alla base, parte salendo
il Ramo
della Nave, che tralasciamo. Dopo un modesto saltino si accede a
qualche metro
di una piccola forra, dalle sezioni un po’ scomode,
caratterizzata dalla pianta
a forma di zeta (Zeta la Formica). |
Dopo la forra si allarga e
improvvisamente
ci si trova alla partenza di quello che a detta di molti è
uno tra più bei
salti ipogei, il Pozzo Horror Vacui (67 m). La partenza è
incredibilmente
semplice, e la calata, perfettamente nel vuoto per tutta la sua
lunghezza,
mostra la differente solubilità tra i Selciferi alla
partenza e gli appena
sottostanti marmi, stratificati subito sotto l’attacco e per
tutta la
verticale. A circa una decina di metri dalla base, possiamo scorgere la
partenza (o l’arrivo?!?) del Ramo dei Polacchi, che, partendo
da risalite in
zone sottostanti, si è ricongiunto qui. |
|
Dalla
base dell’Horror Vacui parte una diaclasi da seguire
nella parte alta, che in breve ci porta ad un saltino. Alla base si
può far
acqua. Oltre, comodi passaggi tra massi di crollo (attenzione alla loro
stabilità) portano ad un saltino di pochi metri, che fa da
anticamera alla
comoda partenza del successivo Pozzo del Trenino (45 m). In questo
punto si
ricollegherà in seguito il nostro giro ad anello, in salita.
.
|
Alla base un
comodo ambiente ci porta in breve ad un bivio: scendendo il Pozzo dei
due
Venti, a destra, si proseguirebbe per il fondo. Il nostro giro ad
anello qui
prevede di scendere il pozzo a sinistra, più in alto, per
raggiungere la quota
più bassa del giro, a 200 m di dislivello
dall’ingresso. Da qui si risale per
corti saltini fossili, intervallati da ampi terrazzi. Dopo qualche
decina di
metri a carponi per la Galleria degli Schiumini, ci ricongiungiamo alla
suddetta partenza del Pozzo del Trenino.
|
Complessivamente
il giro descritto è considerato da molti
come uno dei percorsi meno impegnativi per raggiungere i duecento metri
di
profondità: tuttavia è da ritenersi assolutamente
imprescidindibile una
comprovata (e di recente!!!) disinvoltura nelle manovre su corda, unita
ad una
buona preparazione fisica. Non dimentichiamo infatti che
l’avvicinamento, se
per i motivi suddetti deve essere fatto a piedi,
può richiedere una salita di oltre 700 m di
dislivello. |
|
|
|
|
I sentieri da
percorrere
4 Passi (o forse 8) tra
Sumbra e Fiocca |
Quota
di partenza |
916
|
Quota
massima raggiunta |
1437
|
Dislivello |
511 |
Difficoltà |
media
|
Numero
massimo di partecipanti |
libera/20
|
Numero
gruppi giornaliero |
1
|
Tempo
percorrenza |
5 ore
|
Fruizione |
libera\accomp
|
Giorni
in cui si può passeggiare |
tutti
- 31\10 accompagnato |
Dal
paese di
Arni, il sentiero CAI da percorrere è il n 144 (segni
bianchi e rossi), che
parte nei pressi della Chiesa. Usciti da una piccola macchia
d’alberi si
affronta subito il tratto più erto e faticoso del percorso.
Il sentiero sale
ripido, con strette svolte, sulla verticale del paese. Salendo
s’incontra una
fascia di rocce rosse, scure, sono i diaspri, cui seguono i calcari
selciferi e
poi i marmi (la serie è dunque rovesciata), ormai in
prossimità di un’aerea
cresta.
Il
sentiero
segue la cresta guadagnando quota in direzione nord. Con i marmi fanno
comparsa
i primi fenomeni carsici. Niente di particolare, modeste forme di
dissoluzione,
nelle zone di roccia più compatta, e qualche fessura
allargata, dal carsismo o
dal lavoro di qualche speleo di passaggio.
Intorno
ai
1300 m di quota, il sentiero lascia la cresta e si sposta verso est,
tagliando
il versante SW del M. Fiocca. Dopo qualche centinaio di metri, poco
sopra il
sentiero, si apre l’ingresso della Buca dei Corvi (in
realtà si tratta di
gracchi) (239 T/LU). Se riuscite a trovare ancora un sasso nelle
vicinanze,
potete verificarne la profondità, poco meno di 30 m,
contribuendo anche voi a
ridurla ulteriormente.
|
|
Il
sentiero
prosegue tagliando ancora il versante sino ad affacciarsi sulla bella
vallata
del Fatonero, la conca erbosa che si apre sul versante meridionale del
Fiocca.
Cambiando versante si abbandonano i marmi, e s’iniziano a
calpestare i calcari
selciferi. Superata una parte in cui il sentiero cammina sopra una zona
scoscesa si entra in un bel bosco di faggi. Il sentiero corre adesso in
piano,
attraversando affioramenti di Scisti Sericitici, con leggeri
sali-scendi. |
Superato
il
rudere di un antico riparo di pastori, si continua nel bosco, superando
alcuni
rivoli che portano acqua anche in piena estate. I verdi pascoli, sopra
alla
faggeta e la presenza d’acqua, facevano di questa zona
un’area di pascolo,
utilizzata sino agli anni ottanta e adesso frequentata solo da qualche
capra
semiselvatica.
Usciti
dal
bosco, dopo avere traversato l’intera conca, si raggiunge una
caratteristica
sella erbosa, ottima per sostare e godere del panorama. Verso sud ci
appare il
gruppo del Pania Secca - Pania della Croce – Monte Corchia,
da cui si stacca,
verso di noi, il M. Freddone. Ad est ci sovrasta invece la possente
mole del
Sumbra, con i suoi ripidi e scoscesi versanti marmorei. Siamo
praticamente alla
testa del Fosso dell’Anguillaia, noto per le sue belle
marmitte e per la serie
di salti che possono essere percorsi in corda doppia. In zona si aprono
alcune
piccole grotte, seminascoste tra l’erba, ma non è
da qui che si accede alle
profondità della montagna.
Tutto
il
versante settentrionale presenta, infatti, solo poche grotte di massimo
100 m
di profondità (Buca del Fosso di Fatonero: 475 T/LU).
|
Per
ammirare
una zona carsica vera e propria bisogna salire ancora, seguendo il
sentiero,
sino al Passo Fiocca; una brulla sella rocciosa con ampi liscioni di
marmo.
Affacciandosi
verso nord, si nota una zona con diverse doline e molti ingressi di
grotta,
alcuni ampi e profondi. Tra questi, in direzione NE,
c’è anche quello
dell’Abisso dei Draghi Volanti (680 T/LU). Più
lontano si stagliano le sagome
del M. Sella, M. Tambura e M. Roccandagia, e più dietro fa
capolino la vetta
del M. Pisanino. Verso valle si vede il lago di Vagli, e oltre la valle
del
Serchio sino al crinale dell’Appennino Toscoemiliano.
|
|
Da
passo
Fiocca si dirama un sentiero che, tramite una breve ferrata, porta alla
cima
del Monte Sumbra. Il percorso è breve e non difficile, ma
può essere pericoloso
in caso di brutto tempo. Se vi decidete a compiere la breve ascensione
avrete
modo di osservare delle belle placche di marmo solcate da lunghe docce
di
dissoluzione, poco prima dell’attacco della ferrata.
Il
nostro
itinerario prosegue invece a sinistra, verso il M. Fiocca. Il sentiero
sale
lungo la cresta per un po’, poi se ne stacca verso nord,
scendendo verso una
zona di conche erbose. Una breve diramazione porta verso la cima.
Il versante
settentrionale del Fiocca è caratterizzato dalla presenza di
belle conche
erbose e vere e proprie doline, poco sopra il limitare del bosco. Si
tratta di
una zona d’assorbimento con qualche grotta di piccole
dimensioni, alcune delle
quali sono probabilmente in collegamento con le zone alte della Buca
Gofredo
(685 T/LU), l’ultimo, in ordine di tempo, meno mille apuano.
L’ingresso di
questo bell’abisso è nel bosco, un centinaio di
metri più in basso dei prati,
nei pressi di una vecchia carbonaia dove nasce un piccolo rigagnolo.
Trovarlo
non è facile, per chi non conosce i luoghi, mancando un vero
e proprio sentiero
che vi porta.
|
|
Più
semplice
è invece raggiungere l’ingresso dei Draghi
Volanti. Laddove il sentiero
raggiunge la base del versante erboso del Fiocca, lo si abbandona
seguendo
tracce che vanno in direzione del M. Sumbra, mantenendosi poco a monte
del
limite del bosco. Si percorre così una serie di conche
erbose, incontrando
qualche modesta dolina.
Giunti
sotto
al Passo Fiocca si può salire verso destra sino al grande
ingresso della Buca
dell’Orso Sballato (674 T/LU), lunga qualche centinaio di
metri. Rimanendo
invece lungo il limitare del bosco si raggiunge il fondo di una conca
di marmo,
in cui occhieggiano ingressi di grotte ostruiti da detrito. Proseguendo
sempre
in direzione est, poco dopo, si trovano due ampi ingressi a pozzo:
quello
superiore, profondo pochi metri è l’ingresso dei
Draghi.
|
Ritornati
su
sentiero del CAI, si prosegue in direzione ovest. Il cammino ci porta
ad
attraversare zone di prati, scoscesi e tratti di faggeta, sino a
raggiungere i
ruderi di una vecchia capanna, utilizzata in passato dai pastori che
portavano
le greggi al pascolo nella zona del Passo Sella.
Il
sentiero
sale ripido in direzione di un evidente intaglio della cresta.
Raggiuntolo ci
si affaccia nuovamente sulla valle di Arni. Il panorama sarebbe assai
suggestivo, se non fosse per le molte cave che deturpano
l’alta valle di Arni.
Il
sentiero
si mantiene in cresta e in breve ci porta a Passo Sella. Verso nord
abbiamo la
Valle d’Arnetola, con i suoi boschi, le sue cave e i tanti
abissi. Tra questi,
il più alto, l’Abisso dello Gnomo, ha i cinque
ingressi noti disseminati poco a
valle del passo.
|
|
Verso
sud,
invece, si scendono poche decine di metri sono ad incontrare la
marmifera che
sale da Arni.
Per
tornare
al punto di partenza, basta seguire la strada. Il percorso è
relativamente e
abbastanza comodo ma non offre interessi particolari, se non per le
belle
strutture geologiche che si vedono nei tagli di cava. Verso la
metà, superato
il quarto stretto tornante, si apre sulla sinistra la Buca del
Collettino (826
T/LU).
Dopo
di ché
si raggiunge in breve il paese.
L’intero
percorso richiede circa cinque ore di cammino, deviazioni escluse.
Sconsigliato
in caso di maltempo. Servono scarpe da trekking e abbigliamento da
montagna. E’
possibile rifornirsi d’acqua nei boschi del
Fatonero. |
|
La guida
scarico
la
guida del Monte Sumbra in formato .pdf (70 KB)
Informazioni
Per
informazioni generali sulle grotte e i sentieri grotte@apuane2007.it
Per informazioni sulle grotte
del Monte Sumbra corsir@libero.it
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