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LA ZONA CARSICA DEL MONTE SUMBRA E MONTE FIOCCA

(Monte Sumbra– Alpi Apuane)


(foto Piccini)

 

A cura del 

Gruppo Speleologico Ferrarese

Gruppo Speleologico Faentino






Il Monte Sumbra

Il Monte Sumbra, con i suoi 1769 metri d’altezza, rappresenta il picco più alto della dorsale est-ovest lunga tre km, formata anche dal M. Fiocca; il maestoso versante meridionale, con impressionanti e brulle pareti alte oltre 500 metri, è delimitato dalla valle del Turrite Secca, nella quale confluiscono canali profondamente incisi e con splendide marmitte. Molto forte è il contrasto con il versante settentrionale: sulle quote superiori abbiamo vasti prati con evidenti fenomeni di carsismo superficiale, e più in basso le ripide pendici boscose sembrano quasi gettarsi nel sottostante Lago di Vagli e nella Valle dell'Edron.

Le tribù speleologiche che hanno “abitato” la zona sono state principalmente due: quella toscana tra gli anni settanta e ottanta, seguita poi da quella emiliana dal 2002 fino ad ora. I primi campi visionari dei giovanissimi soci del Gruppo Pipistrelli di Fiesole hanno fruttato, oltre ad un accurato accatastamento di quasi tutte le cavità della zona, l’esplorazione dei “Draghi Volanti”, uno dei più profondi abissi italiani dei primi anni ottanta. Dopo più di vent’anni gli emiliani, grazie anche alle tecnologie del nuovo millennio, riprendono le ricerche.  La soddisfazione esplorativa maggiore arriva proprio dallo scavo della piccola e fredda cavità che serviva da frigorifero ai primi campi toscani. L’ironica sorte ha trasformato l’ex frigo nell’undicesima profondità italiana (-1015).

 La cartina


Scarica la cartina del Monte Sumbra .zip (0,9 MB) 

Le grotte 

N.Cat. PR Nome Quota Dislivello Sviluppo spaziale Coord.Chilometriche Gauss-Boaga Comune
Negativo Positivo Totale EST NORD
239 LU BUCA DEI CORVI 1380 28 0 28 35 1600.990 4880.345 STAZZEMA
467 LU BUCA DEL CANAL BIANCO 785 103 0 103 180 1602.910 4879.990 STAZZEMA
475 LU BUCA DEL FOSSO DEL FATONERO 1190 80 0 80 120 1601.570 4880.275 STAZZEMA
662 LU BUCA DEI FULMINI 1320 42 0 42 150 1601.207 4881.951 VAGLI  SOTTO
664 LU RISORGENTE DEI CRISTALLI 1385 2 34 36 200 1601.083 4881.951 VAGLI SOTTO
667 LU ABISSO DEL PILORO 1575 170 0 170 250 1603.007 4881.318 VAGLI SOTTO
668 LU BUCA DELLA PIETRA TOMBALE 1580 90 0 90 120 1603.055 4881.265 VAGLI SOTTO
671 LU BUCA DEL GURU 1600 73 0 73 120 1602.385 4881.515 VAGLI  SOTTO
674 LU BUCA DELL'ORSO SBALLATO 1480 45 0 45 185 1601.554 4881.391 VAGLI  SOTTO
680 LU ABISSO DEI DRAGHI VOLANTI 1425 880 0 880 1800 1601.800 4881.577 VAGLI SOTTO
685 LU BUCA GO FREDO 1415 920 95 1015 4000 1601.206 4881.722 VAGLI  SOTTO
694 LU ABISSO DI UNTZLAN 1385 380 0 380 800 1602.249 4881.716 VAGLI  SOTTO
826 LU BUCA DEL COLLETTINO 1260 130 0 130 200 1599.785 4881.460 VAGLI SOTTO
857 LU BUCA DEL CARBONAIO 1540 185 0 185 430 1602.750 4881.510 VAGLI  SOTTO
1033 LU GROTTA DI LILLIPUT 1300 127 0 127 342 1600.085 4881.330 STAZZEMA
1142 LU BUCA DELL'USCITA 1280 61 0 61 84 1602.218 4881.001 VAGLI  SOTTO
1285 LU ABISSO ICARO 1460 240 72 312 780 1602.945 4881.270 VAGLI  SOTTO
1385 LU ABISSO DI COL GALLONE 1310 180 0 180 395 1601.260 4882.060 VAGLI  SOTTO
1755 LU BUCA MOSCA CIECA 1485 60 0 60 108 1601.845 4881.477 VAGLI  SOTTO



Le grotte visitabili


Abisso GoFredo
Numero catastale  685 LU
Quota ingresso 1415
Dislivello m negativo 920  Dislivello m positivo 95
Dislivello totale 1015
Sviluppo spaziale 4000
Il percorso attrezzato  
Dislivello massimo 200
Difficoltà media
Numero massimo di partecipanti 10
Numero gruppi giornaliero 1
Tempo percorrenza 8 ore Tempo per arrivare a piedi alla grotta 2 ore
Fruizione  accompagnati Giorni in cui si può andare in grotta  1/11
Successione pozzi 8, 30, 6, 67, 8, 5, 45, 25
L’ingresso di Gofredo di apre a 1420 m slm, alla base di una frattura che intaglia un modesto balzo di roccia, ai limiti superiori del bosco. Siamo nella faggeta che circonda la cima del monte Fiocca, in una zona dove i Calcari Selciferi sono in contatto con i Diaspri metamorfici. Qua e la, nel bosco,  si possono riconoscere delle piccole aree pianeggianti: servivano ai carbonai, per trasformare in loco la legna in carbone. Queste aree, unite a limitati saggi di cava, fortunatamente modestissimi in questa zona delle Apuane, sono le uniche impronte che l’uomo ha lasciato in queste zone ancora molto selvagge.


La lunga mulattiera per l’avvicinamento parte da Vagli Sotto, e si inerpica vertiginosamente per circa mille metri di dislivello, fino a raggiungere lo spiazzo dell’ultima piccola cava abbandonata. Da qui, in circa 20 min. a piedi, si raggiunge l’ingresso.
La logistica dell’avvicinamento sarà organizzata poco prima, e dipenderà prevalentemente dal numero di persone rapportato ai mezzi fuoristrada disponibili. Ovviamente anche lo stato della mulattiera sarà importante, necessitando spesso di lavori di ripristino; non ultimo le condizioni meteo.
Insomma, bisogna anche mettere in preventivo di farsela quasi tutta a piedi, per un dislivello di circa 700 m.

I primi metri ipogei dopo l’ingresso sono verticali e seguono lo scavo delle disostruzioni iniziali. Oltre, una stretta condotta orizzontale sfocia in una forra tortuosa, a tratti concrezionata, si approfondisce con il Pozzo Cose Nostre (30 m). Alla base, parte salendo il Ramo della Nave, che tralasciamo. Dopo un modesto saltino si accede a qualche metro di una piccola forra, dalle sezioni un po’ scomode, caratterizzata dalla pianta a forma di zeta (Zeta la Formica).
Dopo la forra si allarga e improvvisamente ci si trova alla partenza di quello che a detta di molti è uno tra più bei salti ipogei, il Pozzo Horror Vacui (67 m). La partenza è incredibilmente semplice, e la calata, perfettamente nel vuoto per tutta la sua lunghezza, mostra la differente solubilità tra i Selciferi alla partenza e gli appena sottostanti marmi, stratificati subito sotto l’attacco e per tutta la verticale. A circa una decina di metri dalla base, possiamo scorgere la partenza (o l’arrivo?!?) del Ramo dei Polacchi, che, partendo da risalite in zone sottostanti, si è ricongiunto qui.

Dalla base dell’Horror Vacui parte una diaclasi da seguire nella parte alta, che in breve ci porta ad un saltino. Alla base si può far acqua. Oltre, comodi passaggi tra massi di crollo (attenzione alla loro stabilità) portano ad un saltino di pochi metri, che fa da anticamera alla comoda partenza del successivo Pozzo del Trenino (45 m). In questo punto si ricollegherà in seguito il nostro giro ad anello, in salita.
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Alla base un comodo ambiente ci porta in breve ad un bivio: scendendo il Pozzo dei due Venti, a destra, si proseguirebbe per il fondo. Il nostro giro ad anello qui prevede di scendere il pozzo a sinistra, più in alto, per raggiungere la quota più bassa del giro, a 200 m di dislivello dall’ingresso. Da qui si risale per corti saltini fossili, intervallati da ampi terrazzi. Dopo qualche decina di metri a carponi per la Galleria degli Schiumini, ci ricongiungiamo alla suddetta partenza del Pozzo del Trenino.
Complessivamente il giro descritto è considerato da molti come uno dei percorsi meno impegnativi per raggiungere i duecento metri di profondità: tuttavia è da ritenersi assolutamente imprescidindibile una comprovata (e di recente!!!) disinvoltura nelle manovre su corda, unita ad una buona preparazione fisica. Non dimentichiamo infatti che l’avvicinamento, se per i motivi suddetti deve essere fatto a piedi,  può richiedere una salita di oltre 700 m di dislivello.



                                                     

I sentieri da percorrere

                       
4 Passi (o forse 8) tra Sumbra e Fiocca
Quota di partenza  916
Quota massima raggiunta 1437
Dislivello   511 Difficoltà media
Numero massimo di partecipanti libera/20
Numero gruppi giornaliero 1
Tempo percorrenza 5 ore
Fruizione libera\accomp
Giorni in cui si può passeggiare tutti  - 31\10 accompagnato

Dal paese di Arni, il sentiero CAI da percorrere è il n 144 (segni bianchi e rossi), che parte nei pressi della Chiesa. Usciti da una piccola macchia d’alberi si affronta subito il tratto più erto e faticoso del percorso. Il sentiero sale ripido, con strette svolte, sulla verticale del paese. Salendo s’incontra una fascia di rocce rosse, scure, sono i diaspri, cui seguono i calcari selciferi e poi i marmi (la serie è dunque rovesciata), ormai in prossimità di un’aerea cresta.

Il sentiero segue la cresta guadagnando quota in direzione nord. Con i marmi fanno comparsa i primi fenomeni carsici. Niente di particolare, modeste forme di dissoluzione, nelle zone di roccia più compatta, e qualche fessura allargata, dal carsismo o dal lavoro di qualche speleo di passaggio.

Intorno ai 1300 m di quota, il sentiero lascia la cresta e si sposta verso est, tagliando il versante SW del M. Fiocca. Dopo qualche centinaio di metri, poco sopra il sentiero, si apre l’ingresso della Buca dei Corvi (in realtà si tratta di gracchi) (239 T/LU). Se riuscite a trovare ancora un sasso nelle vicinanze, potete verificarne la profondità, poco meno di 30 m, contribuendo anche voi a ridurla ulteriormente.


Il sentiero prosegue tagliando ancora il versante sino ad affacciarsi sulla bella vallata del Fatonero, la conca erbosa che si apre sul versante meridionale del Fiocca. Cambiando versante si abbandonano i marmi, e s’iniziano a calpestare i calcari selciferi. Superata una parte in cui il sentiero cammina sopra una zona scoscesa si entra in un bel bosco di faggi. Il sentiero corre adesso in piano, attraversando affioramenti di Scisti Sericitici, con leggeri sali-scendi.

Superato il rudere di un antico riparo di pastori, si continua nel bosco, superando alcuni rivoli che portano acqua anche in piena estate. I verdi pascoli, sopra alla faggeta e la presenza d’acqua, facevano di questa zona un’area di pascolo, utilizzata sino agli anni ottanta e adesso frequentata solo da qualche capra semiselvatica.

Usciti dal bosco, dopo avere traversato l’intera conca, si raggiunge una caratteristica sella erbosa, ottima per sostare e godere del panorama. Verso sud ci appare il gruppo del Pania Secca - Pania della Croce – Monte Corchia, da cui si stacca, verso di noi, il M. Freddone. Ad est ci sovrasta invece la possente mole del Sumbra, con i suoi ripidi e scoscesi versanti marmorei. Siamo praticamente alla testa del Fosso dell’Anguillaia, noto per le sue belle marmitte e per la serie di salti che possono essere percorsi in corda doppia. In zona si aprono alcune piccole grotte, seminascoste tra l’erba, ma non è da qui che si accede alle profondità della montagna.

Tutto il versante settentrionale presenta, infatti, solo poche grotte di massimo 100 m di profondità (Buca del Fosso di Fatonero: 475 T/LU).

Per ammirare una zona carsica vera e propria bisogna salire ancora, seguendo il sentiero, sino al Passo Fiocca; una brulla sella rocciosa con ampi liscioni di marmo.

Affacciandosi verso nord, si nota una zona con diverse doline e molti ingressi di grotta, alcuni ampi e profondi. Tra questi, in direzione NE, c’è anche quello dell’Abisso dei Draghi Volanti (680 T/LU). Più lontano si stagliano le sagome del M. Sella, M. Tambura e M. Roccandagia, e più dietro fa capolino la vetta del M. Pisanino. Verso valle si vede il lago di Vagli, e oltre la valle del Serchio sino al crinale dell’Appennino Toscoemiliano.

Da passo Fiocca si dirama un sentiero che, tramite una breve ferrata, porta alla cima del Monte Sumbra. Il percorso è breve e non difficile, ma può essere pericoloso in caso di brutto tempo. Se vi decidete a compiere la breve ascensione avrete modo di osservare delle belle placche di marmo solcate da lunghe docce di dissoluzione, poco prima dell’attacco della ferrata.

Il nostro itinerario prosegue invece a sinistra, verso il M. Fiocca. Il sentiero sale lungo la cresta per un po’, poi se ne stacca verso nord, scendendo verso una zona di conche erbose. Una breve diramazione porta verso la cima.

Il versante settentrionale del Fiocca è caratterizzato dalla presenza di belle conche erbose e vere e proprie doline, poco sopra il limitare del bosco. Si tratta di una zona d’assorbimento con qualche grotta di piccole dimensioni, alcune delle quali sono probabilmente in collegamento con le zone alte della Buca Gofredo (685 T/LU), l’ultimo, in ordine di tempo, meno mille apuano. L’ingresso di questo bell’abisso è nel bosco, un centinaio di metri più in basso dei prati, nei pressi di una vecchia carbonaia dove nasce un piccolo rigagnolo. Trovarlo non è facile, per chi non conosce i luoghi, mancando un vero e proprio sentiero che vi porta.


Più semplice è invece raggiungere l’ingresso dei Draghi Volanti. Laddove il sentiero raggiunge la base del versante erboso del Fiocca, lo si abbandona seguendo tracce che vanno in direzione del M. Sumbra, mantenendosi poco a monte del limite del bosco. Si percorre così una serie di conche erbose, incontrando qualche modesta dolina.

Giunti sotto al Passo Fiocca si può salire verso destra sino al grande ingresso della Buca dell’Orso Sballato (674 T/LU), lunga qualche centinaio di metri. Rimanendo invece lungo il limitare del bosco si raggiunge il fondo di una conca di marmo, in cui occhieggiano ingressi di grotte ostruiti da detrito. Proseguendo sempre in direzione est, poco dopo, si trovano due ampi ingressi a pozzo: quello superiore, profondo pochi metri è l’ingresso dei Draghi.

Ritornati su sentiero del CAI, si prosegue in direzione ovest. Il cammino ci porta ad attraversare zone di prati, scoscesi e tratti di faggeta, sino a raggiungere i ruderi di una vecchia capanna, utilizzata in passato dai pastori che portavano le greggi al pascolo nella zona del Passo Sella.

Il sentiero sale ripido in direzione di un evidente intaglio della cresta. Raggiuntolo ci si affaccia nuovamente sulla valle di Arni. Il panorama sarebbe assai suggestivo, se non fosse per le molte cave che deturpano l’alta valle di Arni.

Il sentiero si mantiene in cresta e in breve ci porta a Passo Sella. Verso nord abbiamo la Valle d’Arnetola, con i suoi boschi, le sue cave e i tanti abissi. Tra questi, il più alto, l’Abisso dello Gnomo, ha i cinque ingressi noti disseminati poco a valle del passo.    


Verso sud, invece, si scendono poche decine di metri sono ad incontrare la marmifera che sale da Arni.
Per tornare al punto di partenza, basta seguire la strada. Il percorso è relativamente e abbastanza comodo ma non offre interessi particolari, se non per le belle strutture geologiche che si vedono nei tagli di cava. Verso la metà, superato il quarto stretto tornante, si apre sulla sinistra la Buca del Collettino (826 T/LU).
Dopo di ché si raggiunge in breve il paese.
L’intero percorso richiede circa cinque ore di cammino, deviazioni escluse. Sconsigliato in caso di maltempo. Servono scarpe da trekking e abbigliamento da montagna. E’ possibile rifornirsi d’acqua nei boschi del Fatonero.    

La guida 

 scarico la guida del Monte Sumbra in formato .pdf (70 KB)



Informazioni

Per informazioni generali sulle grotte e i sentieri  grotte@apuane2007.it

Per informazioni sulle grotte del Monte Sumbra corsir@libero.it

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